Linfoma Cutaneo: la gestione multidisciplinare del paziente

Il linfoma cutaneo è una forma particolare di Linfoma non Hodgkin la cui diagnosi, selezione dell'approccio terapeutico e gestione richiede una collaborazione tra diverse figure professionali che costituiscono il team di cura. Scopri di più sui diversi esperti che ne fanno parte.

Il team di cura

LA DIGNOSI: EMATOLOGI E DERMATOLOGI A CONFRONTO

La prima manifestazione dei linfomi cutanei è data da lesioni molto varie ed eterogenee che compaiono sulla pelle e che possono essere confuse con molti altri tipi di malattie dermatologiche non tumorali, come ad esempio gli eczemi, la psoriasi o le dermatiti. È per questo molto importante una stretta collaborazione fra specialisti dermatologi ed ematologi per riconoscerli e diagnosticarli in tempo e per permettere un trattamento adeguato.

Infatti, nella maggior parte dei linfomi limitati alla cute, sono spesso proprio i dermatologi i primi medici a cui il paziente si rivolge. Quest’ultimo condurrà infatti tutte le prime indagini necessarie a escludere altre malattie dermatologiche ed eseguirà la biopsia della pelle che nella maggior parte dei casi porterà alla diagnosi. Nelle forme più aggressive con sintomi sistemici (ad esempio quelle che colpiscono anche i linfonodi), sono invece gli ematologi ad essere spesso interpellati per primi e a effettuare la diagnosi; anche in questo caso, la diagnosi e il percorso terapeutico verranno decisi insieme agli specialisti dermatologi.

Il trattamento dei linfomi cutanei spazia infatti dai farmaci topici ad azione locale nelle forme più limitate, fino ad arrivare a chemioterapie somministrate in vena nei casi più aggressivi. Per questo i dermatologi e gli ematologi si trovano spesso a lavorare insieme nella gestione di questo tipo di malattie, mettendo in comune le proprie specifiche conoscenze e competenze.

IL TEAM DI CURA

A seconda della realtà in cui si vive o della struttura alla quale ci si rivolge, nel processo di cura, oltre a ematologi e dermatologi, possono essere coinvolti altre figure sanitarie:

  • Onco-radioterapisti: specializzati nell’uso delle radiazioni per la cura del cancro;

  • Farmacisti: in grado di fornire consigli sull’uso e l’interazione dei medicinali e supportare i medici nella verifica di allergie e delle interazioni fra farmaci;

  • Personale infermieristico: con formazione avanzata specifica nella gestione della malattia, delle terapie e degli effetti collaterali;

  • Patient o Care navigator: che si occupa degli aspetti logistici e aiuta i pazienti a pianificare il corso della terapia, fornendo guida e supporto nel muoversi all’interno del sistema sanitario;

  • Operatori sociali: personale con formazione adatta per valutare e pianificare le esigenze sociali, emotive, ambientali, finanziarie e assistenziali dei pazienti e dei caregiver;

  • Psicologi e terapisti: per affrontare le difficoltà a livello emotivo e mentale correlate alla diagnosi;

  • Nutrizionisti: per identificare le strategie più adatte e personalizzate in tema di alimentazione.

L’insieme di queste figure costituisce il Team di cura, al quale possono partecipare specialisti anche appartenenti a Istituzioni diverse. Il compito del Team di cura rimane la presa in carico del paziente e la sua gestione, che deve essere, quanto più possibile, personalizzata: quante più informazioni si acquisiscono al momento della presa in carico, tanto più si è in grado di determinare tutti insieme (medici, familiari, amici, caregiver) quali possano essere le opzioni disponibili, i vantaggi e gli svantaggi dei singoli approcci terapeutici e, in definitiva, cosa sia meglio per il paziente.

Poiché non esiste la “pillola magica” che possa far scomparire la malattia, i pazienti devono sapere di poter contare su professionisti preparati e competenti con i quali collaborare sempre, instaurando un rapporto franco e aperto, condividendo anche gli aspetti dell’esperienza che possono apparire marginali, come i dettagli quotidiani, e accettando di mettere in discussione il proprio stile di vita.